Vip Experience: lo spettacolo da non perdere

Vip Experience: lo spettacolo da non perdere

Due ragazzi alla Cantina Il Poggio in provincia di Salsomaggiore Terme che vivono la Vip Experience, una degustazione di 9 vini con 9 abbinamenti gastronomici.

 

Una delle migliori esperienze che puoi fare qui, alla Cantina Il Poggio, è sicuramente la Vip Experience e i sorrisi felici e spensierati di questa coppia potranno confermartelo.

Che lo spettacolo abbia inizio!

 

Il Parmigianino

 

Si apre il sipario con il Parmigianino, spumante Extra-Brut, 100% Malvasia Aromatica di Candia, meraviglioso prodotto che con la sua bollicina fine e i suoi sentori di pesca gialla, da il via alle danze a quella che sarà una degustazione di 9 calici con 9 abbinamenti gastronomici. Ci sarà un effetto retronasale finale che ricorderà la salvia e poi ogni ospite, ad ogni degustazione, arricchisce il Parmigianino con il nome di un fiore giallo (es. la Camomilla o il Dente di Leone) o fiore bianco. Durante il festival della Malvasia, ho risoprannominato questo uvaggio, l’uva del Mar Mediterraneo e devo dire che ha riscosso un incredibile successo il solo chiamarla così. E sapete perché? Scoprilo qui!

 

La Vedovona

 

Segue la Vedovona, con il suo sentore erbaceo, di campo di fieno, che ricorda la Malvasia di una volta; che sorprende il palato di chi è amante, di quei vini, di una volta. Un rifermentato in bottiglia, 10 mesi sui lieviti, c’ha lasciati tutta l’estate impazienti, ma lei no, ancora non voleva partire, non voleva ancora esprimere il suo caratterino pungente e frizzantino. Un giorno però Mattia ha provato ad aprire una bottiglia, non ci facevo troppo affidamento, invece il tappo è saltato

e quasi il nostro responsabile marketing

non rimane ciecato 🤣 (giuro, la rima è venuta spontaneamente).

 

Il Gelasio

 

Gelasio? Da Cangelasio, Gelasio in greco significa sorridente. E, credetemi, questa Malvasia macerata, con i suoi 14.5% di alcool vi farà sorridere, eccome! Un passaggio in legno di 6 mesi in una botte d’acacia gli restituisce la morbidezza e la rotondità che le erano state tolte durante il processo aggressivo della macerazione. Io dico sempre che questo vino è come una donna, delicata e profumatissima all’esterno (al naso), ma pungente, arrogante, di classe, dentro (al palato). Un vino come una donna, pensato per le donne.

 

La Vedova Nera

 

Si riparte frizzando con la Vedova Nera, ormai è quasi giunto il tempo di salutarla, ma se passate ad Ottobre qualche goccio forse ancora è rimasto (a meno che, Fil e Mattia non se la bevano tutta perché si sa, loro, il meglio, l’han già dato). Un succo di pompelmo alcolico, fresca, con un’acidità che vedrai le stelle: se poi l’accompagni al Prosciutto di Leporati, che dire. Pura magia enogastronomica. Anche per lei, doppia fermentazione, perché una non le bastava, ma ha fatto meno capricci della Vedovona e si è fatta trovare prontissima già ad aprile.

 

Il Salsese

 

Ed ecco il turno di lui, il vino della famiglia, il vino di Salso, il vino di una giornata estiva che, dopo un lungo ed estenuante lavoro nei campi, hai solo voglia di un pezzo di cacio, una fettina di salame e un bel rosso frizzante che ti sgrassi la bocca. Il Salsese non è neanche il cugino alla lontana del Lambrusco, se è questo che ti preoccupa: un gran mix di Barbera (che conferisce acidità e freschezza), Bonarda (uva piena di questo frutto rosso intenso, come la prugna, ma ancora non perfettamente matura) e Merlot (che dona eleganza e corpo). Io già mi ci vedo nella casa di campagna, in veranda, seduta, ad ammirare il tramonto dopo aver aiutato Nonna Franca ad estirpare le erbacce, a godermi il Salsese.

 

Otium

 

Qualcuno ha detto Barbecue? Beh, se avete invitato tutti, vi siete ricordati di invitare l’Otium? Lui è il vero protagonista della festa, una tavola imbandita e l’Otium 2019 sicuramente sarà l’ultimo arrivato! Ma si sa, i belli arrivano per ultimi. Un blend di Cabernet Sauvignon e Merlot, che rappresentano l’internazionalità e la frenesia, che si combaciano con la Barbera e la Bonarda dei colli salsesi, simbolo di vita lenta e consapevole. L’Otium mette d’accordo il milanese imbruttito con il campagnolo che viene dalla bassa: sarà tutto merito suo o le costine da abbinarvi non son da meno? 😉

 

Poggio

 

Ed è giunto il momento, signori e signore, di lui, il capolavoro, the masterpiece (come dico io agli stranieri quando vengono in visita). Il Poggio (soprattutto l’annata 2017, un’annata splendida dal punto di vista vitivinicolo) è da gustare la sera della vigilia di Natale, sulla vostra poltrona di pelle, con il vostro sigaro (o cioccolato fondente) e il fuoco acceso. Un bel calice ampio, che riesca a sprigionare tutta la sua bellezza e la sua cremosità. Un blend di Cabernet Sauvignon e Merlot, quelli del lago, quelle viti che hanno 53 anni, che producono poche bacche ma piccole, super concentrate di aromi. Il tutto insieme alla Barbera e l’1% di Bonarda che per tutto il mese di ottobre viene lasciata appassire al sole in piccole cassette e aggiunta, bacca per bacca, da Adriano e Brian, nel mosto. Al naso succede qualcosa di inaspettato, un’esplosione di prugna (ricordate, la prugna?) surmatura in questo caso, che spalanca le porte all’immaginazione di cosa ritroveremo al palato. Ma non voglio dilungarmi troppo sul Poggio, dovete sentirlo, sentire che l’annata 2019 sprigiona quel sentore che ricorda la pelle, al contrario della 2017 che è pura marasca nera.

 

Pensiero

 

Lo spettacolo giunge al termine con il Pensiero, una vendemmia tardiva (l’uva appassisce direttamente in pianta) di Malvasia Aromatica di Candia, viti anch’esse con un’età molto avanzata (ma non si chiede l’età alle donne, giusto?), il favorito del Dottore. Un passito che fermenta direttamente in legno e affina per un anno in questo tonneaux di rovere francese, l’unico su cui lasciamo che siano i lieviti spontanei ad avere la meglio, sembra di mettere il naso nel classico panettone a Natale. Quella frutta candita, quei pinoli tostati, quell’uvetta sultanina, quell’albicocca disidratata, quei fichi secchi, quel caramello, in dolce compagnia di una perfetta sbrisolona. O perché no, con dei formaggi erborinati, tanto è che questo passito non è per nulla stucchevole. Il Pensiero piace e sorprende anche chi di solito non ama i passiti. Come biasimarli?

 

E dopo questo tripudio vitivinicolo, enologico e sommelieristico (si, quest’ultimo è, forse, un neologismo) io mi auguro di averti portato con l’immaginazione fin qui e di vederti partecipe alla Vip Experience di Cantina Il Poggio. Se temi che 9 vini siano troppi, soprattutto per mettersi alla guida, clicca qui, abbiamo pensato anche a questo! 😉

Tuttavia, noto solo ora che non vi ho parlato dei prodotti gastronomici abbinati, giusto?

 

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