Quando Charmat rubò l’autoclave a Martinotti

Quando Charmat rubò l’idea a Martinotti.

Cosa vuol dire spumante? Perché si dice metodo classico? Voglio solo pas dosé!

Calma.

Vediamo di chiarire, una volta per tutte, qual è il significato di spumante, perché si differenzia da un vino frizzante, cosa vuol dire Metodo Martinotti – Charmat e Metodo Classico e via discorrendo.

Perché quando andate a bere una bollicina, al bar o in enoteca, dovete sapere cosa scegliere, come sceglierla e soprattutto sapere cosa state bevendo.

Qui alla Cantina Il Poggio ci piace fare così, ci piace trasmettere la cultura del vino, sia in fase di degustazione, sia online!

Bene, andiamo per gradi, ma prima (ormai mi conoscete), un po’ di storia!

 

Come nasce il Metodo Martinotti – Charmat

Partiamo da Federico Martinotti, enologo, parte attiva della lotta contro la fillossera, ideatore dell‘innesto a spacco semplice e, data la sua integrità morale e la sua professionalità da perfetto scienziato, divenne direttore della Regia stazione enologica di Asti.

A fine ‘800 disegnò un macchinario, l’attuale autoclave, che doveva essere in grado di trasformare il vino fermo in frizzante e/o spumante. Senza nulla togliere al metodo Champenoise, Martinotti doveva semplicemente soddisfare un bisogno di mercato: produrre più quantità e abbassare i costi di produzione. Il suo prototipo lo chiamò Apparecchio a lavorazione continua, composto da tre vasche per la rifermentazione del vino.

Nonostante il nostro compatriota cercò di perfezionare il funzionamento del suo marchingegno, mentre presentava il progetto ad un convegno dove erano presenti i maggiori esperti di settore, un certo Monsieur Charmat, da in fondo la stanza, intuì il vero potenziale dell’autoclave. Portò il progetto in Francia, dove c’era più disponibilità di materiale e brevettò l’odierna autoclave.

Bravi i francesi eh? Ma, questa volta, non possiamo definirli ladri!

Il Metodo Charmat non è la nostra Gioconda enologica, ma è la rappresentazione dello stato dell’economia dei tempi. La Francia era fabbrica di acciaio, soprattutto a livello ferroviario, quindi nel Paese delle baguettes era possibile realizzare forme d’acciaio – appunto autoclavi pressurizzate – di grandissime dimensioni.

E in Italia? La dimensione massima dei tempi era una comune vasca da bagno, parliamo di circa un metro e mezzo di altezza massima.

Martinotti, sfortunatamente, non riuscì mai ad andare oltre alla progettazione del metodo, non arrivando nemmeno ad una seppur minima sperimentazione: i contenitori in cemento armato che trovò come alternativa si distruggevano all’aumentare della pressione, le botti di legno non arrivavano neppure ad accumularla!

Charmat invece, in pochissimo tempo, sperimentò con vero acciaio inossidabile, brevettando l’autoclave definitiva.

Da quel giorno, questa nuova tecnologia, che permise la produzione di grandi quantità di vino frizzante e spumante rivoluzionò totalmente il consumo di bollicine, in Italia e nel mondo.

 

I vantaggi del Metodo Martinotti – Charmat sul vino

Il metodo Martinotti – Charmat, dato che è stato sempre utilizzato per produrre grandi quantità di vino e, spesso, di bassa qualità, purtroppo è un metodo bistrattato dagli “espertoni” di bolle, ma in realtà super apprezzato dai profani.

Indovinate come si fa il Prosecco? Indovinate qual è il vino più venduto al mondo? Già 😉

Di questo l’autoclave non ha nessuna colpa, anche se dobbiamo ammettere che non ha di certo lo stesso fascino di un metodo classico, dove la bottiglia e il tempo giocano il ruolo principale per la formazione delle bollicine.

Tuttavia, è importante capire che l’autoclave permette a determinati vitigni (soprattutto quelli aromatici, proprio come la nostra Malvasia Aromatica di Candia) di mantenere ed esaltare le loro note fresche e aromatiche e di produrre un prodotto ad un prezzo più contenuto, ma questo non significa di qualità inferiore.

Ciò che non apporta valore è l’approfittarsi di grandi aziende vitivinicole, le quali producono quantità industriali di vino senza tener conto della genuinità della materia prima.

 

Metodo Martinotti – Charmat o Metodo Champenoise: qual’è la differenza?

Bene, siamo giunti dunque al momento che tutti stavamo aspettando, ovvero quel momento in cui finalmente capiamo bene le differenze tra tutti questi nomi.

Occorre prima di tutto precisare la differenza tra un vino frizzante e un vino spumante: entrambi sicuramente hanno le bollicine, questo è ovvio a tutti. La prima differenza è la pressione: uno spumante si considera tale quando la pressione è più di 2,5 bar (il nostro Parmigianino, per esempio, ne ha 4,8). Altre differenze riguardano fattori estetici come il tipo di bottiglia (che per gli spumanti viene usata la Champagnotta) e il tipo di tappo che, in questo caso, è un tappo a fungo.

 

Il metodo Martinotti-Charmat si differenzia dal Metodo Champenoise perché nel primo la spumantizzazione avviene in autoclave, mentre nel secondo avviene in bottiglia.

 

Il metodo Champenoise (stando a ciò che ci riportano le notizie ufficiali, poi chissà) nasce nella regione Champagne, a fine 1600, grazie all’abate Pierre Pérignon che scoprì il modo di rifermentare il vino in bottiglia, facendogli sviluppare le bollicine. Nessuno spumante prodotto al di fuori dell’omonima regione può essere chiamato Champagne (infatti, in Francia, gli spumanti prodotti seguendo la stessa metodologia, ma fuori dalla regione, vengono identificati come Cremant).

E il Metodo Classico? E’ semplicemente il nome che abbiamo adottato in Italia per denominare il nostro spumante che rifermenta in bottiglia e che segue tutti i passaggi di uno champagne francese. In Spagna, per esempio, il più importante vino a metodo classico viene chiamato Cava.

Quindi la prossima volta che andrete a fare un aperitivo e sceglierete di bere una bolla, se sceglierete un prosecco starete quasi sicuramente optando per un Metodo Martinotti-Charmat; se invece deciderete per un Franciacorta (o un Trento DOC o un Alta Langa), quasi sicuramente starete scegliendo un Metodo Classico.

La tecnica della spumantizzazione in bottiglia e dell’affinamento sui lieviti conferisce al vino sentori che si avvicinano molto alla crosta di pane e aromi che ricordano i prodotti di pasticceria. La spumantizzazione in autoclave, al contrario, come dicevamo precedentemente, mantiene e risalta maggiormente le note fruttatte e floreali, tipiche dell’uvaggio prescelto.

Non ci sono migliori o peggiori, c’è solo il vostro gusto personale 😊

 

Brut, Extra-Brut, Extra-Dry, Pas Dosé: come scegliere?

Di questo ne parleremo la prossima volta! I nostri studenti del Wine Club, il corso di avvicinamento al mondo del vino che si svolge a maggio in Cantina, sicuramente sceglieranno bottiglie che partono dal Brut in poi 🤣 ! (altrimenti li bocciamo 🤓😋)

Si è appena conclusa la II° edizione e possiamo anche quest’anno ritenerci molto soddisfatti 💪🏻 Tante persone si stanno avvicinando e incuriosendo sempre di più al mondo del vino, giovani che intraprendono un percorso nuovo e adulti che riscoprono un prodotto che gli ricorda momenti belli e di spensieratezza passati insieme ai nonni.

 

Gruppo di ragazzi e ragazze riuniti nella barricaia di una cantina, dopo aver conseguito i diplomi a seguito di un corso sul vino. Differenza tra metodo Charmat e metodo Martinotti.

Comunque, intanto fate un salto in cantina che durante la nostra visita guidata diamo una bella infarinatura di nozioni e qualche chicca in fase di degustazione!

L’estate è appena iniziata e noi ti aspettiamo per tutti gli eventi che mensilmente organizziamo! E un aggiornamento in tempo reale, seguici sui social 😎

Allora? Quale sarà la prossima bolla che sceglierai di bere? Io ti consiglio il nostro Parmigianino 🤫