Vino e Salute: perché oggi si beve meno, ma di qualità

Vino e Salute: perché oggi si beve meno, ma di qualità

 

C’è stato un tempo, in Italia, dove il vino era tra i protagonisti più importanti della tavola. Il famoso “fiasco” o “fiaschetto” messo al centro, senza etichetta o con l’etichetta sbiadita che al massimo indicava il tipo di vitigno. La tovaglia, di stoffa leggera, a quadretti, piena di macchie rosse che non sarebbero mai venute via.

Oggi, a malapena, mettiamo la tovaglia e il vino ha assunto maggiore autorevolezza, ma si presta come protagonista solamente per le occasioni speciali.

Come siamo arrivati a questo? Com’è stato possibile che il vino, da bevanda essenziale in ogni famiglia italiana, oggi sia solo un bell’accessorio occasionale?

In questo articolo voglio parlarti della correlazione tra vino e salute e quali sono state le maggiori cause che ci hanno portato oggi ad essere consumatori più consapevoli.

 

Il vino parte della tradizione, parte del problema

È innegabile che il vino sia stato da secoli una parte intrinseca della nostra cultura e tradizione, ma è fondamentale comprendere che il suo impatto sulla salute è complesso e non sempre positivo.

Numerose ricerche medico-scientifiche hanno dimostrato che il consumo eccessivo di alcol è associato a una serie di problemi di salute. In primo luogo, l’alcol è una sostanza psicoattiva che può compromettere le funzioni cognitive, alterare la percezione e ostacolare la capacità di prendere decisioni razionali. Inoltre, l’abuso cronico di alcol può portare a danni al fegato, come la steatosi epatica e la cirrosi.

Altrettanto importante è il collegamento tra il consumo di alcol, tra cui il vino, e l’insorgenza di disturbi cardiovascolari. Nonostante alcuni studi abbiano suggerito benefici limitati derivanti dai polifenoli presenti nel vino rosso, il consumo eccessivo di alcol è associato ad un aumento della pressione sanguigna, dell’infiammazione e del rischio di malattie cardiache.

Non possiamo ignorare nemmeno gli effetti sul sistema nervoso centrale. L’abuso di alcol può portare a danni neurologici permanenti, come deficit cognitivi e compromissione delle funzioni motorie. Inoltre, il rischio di dipendenza è una minaccia costante per coloro che consumano alcol in eccesso, compreso il vino.

L’evento che ha cambiato la percezione del vino in Italia

Per qualche strana ragione, le diverse tragedie successe nella storia dell’umanità hanno sempre portato ad un cambiamento e ad una maggior consapevolezza.

Lo scandalo del Metanolo vi ricorda qualcosa? Sono morte decine di persone, altrettante sono rimaste cieche e gli investigatori di allora vi hanno impiegato anni per scoprire dove si nascondesse il marcio in tutta questa storia.

Eppure, per anni, sono riusciti ad addizionare il vino con il metanolo e per anni le cantine sono riuscite a venderne grandi quantità ai supermercati. Perché? Perché il consumatore non era consapevole, non era disposto a spendere più di una certa cifra per il vino, ma soprattutto, in Italia, il vino non ha avuto altro tipo di valore se non quello di un fiaschetto al centro della tavola, pronto per allietare l’animo del più anziano e mandarlo a letto contento.

Il vino non era di qualità, così come non lo era il suo assaggiatore. Era uno strumento, all’epoca meno alcolico di quello odierno, che serviva come fonte d’energia per lavorare in campagna o a tavola per rallegrare il capostipite e i suoi commensali. Pochissimi erano coloro che compravano bottiglie rinomate, le tenevano con cura nelle loro cantine e ne apprezzavano le caratteristiche organolettiche.

Come siamo arrivati ad essere consumatori di vino consapevoli?

Tutto ha un risvolto con Mario Soldati, il primo giornalista enogastronomico italiano, che parte per un viaggio lungo tutta la penisola italiana alla ricerca del vino genuino e già questo segna una svolta molto importante.

Ma la vera rivoluzione avvenne proprio durante quegli anni bui, quando le persone, pian pianino, smisero di acquistare il vino al supermercato e cominciarono ad apprezzare di più la bottiglia presa in enoteca o in cantina.

Finalmente, anche gli italiani, secoli e secoli dopo i francesi, con i loro acquisti, stavano riconoscendo al vino il suo posto nel mondo, che non necessariamente era al centro di un tavolo, dentro un vecchio fiaschetto.

Oggi in effetti è quasi impossibile trovare del vino di scarsa qualità, tutt’altro! Tutti i produttori vogliono che il loro prodotto sia certificato, naturale, con minor trattamenti possibili, ma soprattutto che il loro vino racconti la loro storia.

Il vino è una bevanda alcolica, non potrà mai essere sana o salutare. Il lato salutare possiamo attribuirglielo noi! Ma come?

Come scegliere un vino di qualità

Di certo non centra l’etichetta o la provenienza, nonostante ci siano certe zone d’Italia e del mondo maggiormente inquinate o industrializzate rispetto ad altre. Di certo non centrano i disciplinari o le certificazioni odierne.

Come facciamo dunque a scegliere un vino di qualità? Come riusciamo ad attribuire ad un calice un lato “salutista”?

Tramite le emozioni, le persone e le storie che hanno da raccontarvi. Non c’è modo migliore se non quello di visitare la cantina, conoscere le persone che fanno il vino, fare una degustazione e porsi le domande giuste.

Incuriosendosi e capendone di più sul vino, confrontandoci con chi condivide questa passione con noi, inevitabilmente ci porterà sulla strada giusta.

Negli ultimi anni, specialmente post pandemia, è esploso in tutta Italia l’enoturismo. Prima di questo evento, non erano molte le cantine che aprivano le porte e offrivano delle vere e proprie esperienze turistiche.

Alla Cantina Il Poggio conduciamo una vera e propria degustazione culturalecon una prima parte di visita e spiegazione sui nostri vini, su come li facciamo, segue una parte pratica, l’assaggio, che non è altro che una ricerca nel calice della storia narrata poco prima.

Imparare cose nuove, acculturarsi, prediligere cantine medio-piccole, condotte da persone genuine, significa avere una scelta, significa valorizzare un territorio e chi lo rispetta, tutelando al tempo stesso il nostro benessere.

Ti aspettiamo qui alla Cantina Il Poggio per raccontarti con estrema facilità e interazione il nostro modo di fare vino. Così che tu possa fare la scelta giusta 😉

 

 

“Io e mia sorella siamo state presso “cantina il Poggio” un pomeriggio d’estate. Subito siamo state catturate dalla posizione della cantina, una location rialzata dall’estesa pianura, posta su un colle (Poggio) ed attorniata da campi, serenità immediata.
Il ragazzo che ci ha fatto fare il giro era molto preparato, ma meglio ancora, molto appassionato, passando dai vigneti alla degustazione, ci ha raccontato la storia del loro vino.
Consiglio a tutti questa esperienza per curiosare ed appassionarsi del lavoro di una cantina di nicchia, la cura nei minimi dettagli, la spiegazione preziosa e l’offrire prodotti di qualità invogliano il turista ad affezionarsi al posto, a volerne sapere di più ed a tornarci in futuro”

Degustazione di vino alla Cantina Il Poggio con un gruppo di tedeschi, finale di sciabola.